• Gli animali in vigna

    Le vigne della mia Azienda sono senza dubbio il cuore pulsante della mia attività. Lì è da dove si parte.

    Dove i primi frutti del mio lavoro e del lavoro dei miei collaboratori prendono forma. Sono il luogo della quale mi devo prendere cura per tutto l’anno. Devo prestare attenzione a ciò che hanno bisogno e porre le adeguate cure quando le necessitano.

    Non solo per poter portare a casa uve sane da trasformare nel mio vino ma anche perché tutto fa parte di un habitat con degli equilibri molto delicati.

    Nella zona dove si trova la mia Cantina, a Monforte d’Alba ed in particolare nella sottozona Castelletto, è possibile ammirare ancora tanti tipi di biodiversità.

    E’ una zona sicuramente ricca di vigneti ma che rimangono bilanciati con la presenza di boschi, alberi da frutto, noccioleti e prati.

    Personalmente mi sono impegnata a lasciare il più possibile inalterato l’ambiente che mi circonda: il 30% della superficie dell’Azienda è stato mantenuto o ripiantato come bosco. In questa percentuale troviamo una tartufaia didattica, un frutteto, un noccioleto e una parte dedicata all’apicoltura.

    Queste zone, sempre più rare, sono fondamentali per l’ecosistema e per gli animali che ancora vivono nelle nostre aree e nelle quali essi possono trovare un rifugio.

    Durante le varie stagioni dell’anno ho la fortuna di poter venire in contatto, anche se per un breve momento (a volta una frazione di secondo) con alcuni di questi abitanti.

    Per esempio, le mattine di questa primavera mi capitava spesso di ricevere il buongiorno da un leprotto scorrazzante in cortile, era diventata quasi un’abitudine vederlo sbucare poi nascondersi tra la siepe. Vicino al periodo della vendemmia, quando i grappoli sono quasi maturi e pronti per essere raccolti qualcun altro mi conferma la loro squisitezza.

     

    I caprioli ne vanno ghiotti, a quanto pare non sono l’unica ad adorarne la dolcezza! Anche il tasso solitamente apprezza passeggiare tra le vigne. Come faccio a saperlo? Diciamo che è solito lasciare qualche “segno” molto tangibile, del suo passaggio.

    A volte, in particolare verso sera, fa capolino la volpe dal ciglio del sentiero, con la sua coda vaporosa e rosso ruggine. E’ raro vederla quanto sorprendente.

    Le coccinelle, le farfalle, le api, i lombrichi sono il segno di una natura viva e silenziosamente laboriosa.

     

    Nel corso delle giornate trascorse tra i filari mi capita spesso di trovare qualche nido di uccellino che spunta tra le foglie. Il pettirosso e la cinciallegra sono quelli più tipici, ma che stanno diventando sempre più rari da scorgere. Proprio per questo motivo nel boschetto sottostante la Cantina da qualche anno abbiamo posizionato delle casette per uccelli per aiutare gli stessi a nidificare. Specialmente in inverno andiamo ad aggiungere delle palline di grasso e semini per dare loro un po’ di sostentamento durante la stagione più dura.

     

    A breve, inoltre, nascerà un nuovo progetto alla quale tengo particolarmente: un percorso a tappe tra la natura per le famiglie e i più piccoli. Per poter far conoscere la vigna e le differenti tipologie di ambiente che la circondano e dare la possibilità di potersi godere una giornata all’aria aperta.

    Lo scopo è quello di trasmettere ciò che io ho più a cuore: le vigne non sono “solo” la mia casa.

    Sono anche un riparo e un porto sicuro per altri esseri viventi, della quale sento di dover averne cura.

  • La scommessa di uno spumante 100% Nebbiolo delle Langhe

    Le cose migliori, a volte, accadono per caso. È successo così anche per il mio spumante, una bollicina autoctona di 100% Nebbiolo vinificato con Metodo Classico. Siamo nel 2009, mese di settembre. Mio padre entra in cantina e mi dice: «Voglio provare a fare uno spumante con il Nebbiolo». Non ho dato troppo peso a quel che diceva ma l’ho lasciato fare. Pensavo fosse un gioco. Così, nella vendemmia 2009, è nata la prima prova di vinificazione. Il secondo esperimento lo abbiamo fatto nel 2013, anticipando la raccolta delle uve ad agosto. Pian piano mi rendo conto che il Nebbiolo non si si presta bene solo alla produzione di grandi rossi, come il Barolo, ma anche alla spumantizzazione.

    La risposta dei nostri clienti è stata per noi una conferma che eravamo sulla strada giusta e ci ha dato la forza di portare avanti un progetto. Oggi produciamo circa 5 mila bottiglie del nostro spumante «made in Langhe». Stiamo ragionando di aumentare la superficie vitata da destinare a questa tipologia, Nebbiolo d’Alba doc Metodo Classico.

    Non siamo gli unici a credere nella possibilità di fare una bollicina local. Così con altri produttori del Piemonte della Valle d’Aosta, abbiamo creato nel 2017 un gruppo, Nebbiolo Noblesse, uniti da un progetto comune: la produzione di Spumante Metodo Classico 100% Nebbiolo e la sua divulgazione. Ogni anno organizziamo eventi, serate e degustazioni.

    Insieme portiamo avanti una storia di almeno due secoli. Anche se è ancora un passato tutta da studiare, si sa che in Piemonte il Nebbiolo veniva spumantizzato già nell’800. Il primo documento è datato 1787: si tratta di un resoconto sulla visita a Torino del presidente americano Thomas Jefferson che “alloggiando all’hotel Angleterre beve vino rosso di nebbiolo, trovandolo vivace come lo Champagne”. In una lettera un certo Giovanni Antonio Giobert cita il Nebbiolo utilizzato per spumanti e nel 1839 il prof. Euclide Milano elenca spumanti piemontesi, tra cui il nebiù d’Asti spumante.

    Della storia degli spumanti a base nebbiolo parla Lorenzo Tablino sul suo blog.

    Spumanti classici a base Nebbiolo: storia

    Oggi la produzione di bollicine di Nebbiolo si attesta intorno alle 250 mila bottiglie all’anno.

     

  • L’arte danzante di PurpleRyta e le mie riflessioni sui cinque sensi

    All’inizio tutto è caos e disordine, è così nei racconti dell’inizio del mondo e non si vede come potrebbe essere diverso per qualsiasi nuovo inizio. Oggi, dopo una giornata di lavoro tra vigna, cantina e bambini, mi sono presa un’ora per riflettere un po’.

    Dal disordine dei suoni nasce una melodia, dal disordine delle parole nasce un pensiero che poi può affinarsi fino a diventare testo, e poi poesia o canzone. Allo stesso modo da una macchia di vino si può generare un dipinto, un’opera d’arte multisensoriale.

    Le opere d’arte con il vino di PurpleRyta

    È così che nascono le opere di Rita Barbero, in arte PurpleRyta, dal vino che viene versato sulla carta e diventa macchia, che dà vita al processo creativo. Il vino danza sul foglio e crea immagini e ispirazioni che vengono poi modellate da lei.

    I dipinti “a base vino” di Rita Barbero sono opere letteralmente multisensoriali, coinvolgono tutti i sensi di chi si trova ad ammirarli: la vista, l’olfatto, il gusto, ma anche il tatto (pensate all’astringenza dei tannini che è una sensazione tattile), e l’udito – tutti sanno che rumore fanno le bollicine, quando sgorgano in un calice di vino e rendono l’atmosfera di un posto già più allegra e conviviale.

    Le opere di PurpleRyta sono opere divertenti e sensuali, che danzano nel foglio e chiedono di essere guardate e scoperte con tutti i sensi. Sono dipinti che parlano della vite, dell’uva e del vino come di elementi d’arte femminili.

    Rita Barbero ospite in cantina sabato 15 dicembre 

    E Rita Barbero sarà la nostra ospite in cantina sabato 15 dicembre, e porterà la sua arte e le sue donne spettinate, in un evento in cui si avrà l’opportunità di dipingere con il vino.

    Un pomeriggio interamente dedicato al nettare degli dei e all’arte, in cui ogni partecipante potrà scoprire come i sensi interagiscono con il vino, insieme al cervello e al corpo.

    La pittura con il vino abbinata alla degustazione. Barbera e Nebbiolo due vitigni e due vini molto diversi: scopriamoli con i cinque sensi”, questo l’evento che organizzo in cantina dedicato a chi vuole giocare e divertirsi con i suoi sensi e con il vino.

    Appuntamento alle 14,30 in cantina in Località Castelletto 39 a Monforte d’Alba; il costo è di 15 euro a partecipante.