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In questi giorni sto imbottigliando la nuova vendemmia, il 2018, del nostro Langhe doc Rosato, vino giovane, fresco e allegro ottenuto da uve nebbiolo.

Sarà che sta arrivando San Valentino, saranno le prime giornate che fanno intuire la primavera ma mi è venuta voglia di parlare di rosé, anzi di rosato all’italiana.

Per prima cosa sfatiamo un po’ di luoghi comuni.

Il rosato NON è:

  • un vino estivo
  • un vino da femmina
  • un vino adatto a palati poco esperti
  • un vino incapace di invecchiare

Noi stiamo con l’Huffington Post che ha lanciato l’hashtag #roséallyear, rosé tutto l’anno! Se infatti il rosé un tempo era considerato un vino da consumarsi solo d’estate, oggi lo beviamo tutto l’anno e a tutto pasto.

L’altro super mito da sfatare è che sia un vino da femmine: un’indagine di Nomisma Wine Monitor ci dice che le acquirenti donne sono il 73% mentre gli acquirenti uomini il 67%.

Ho curiosato un po’ di dati: negli ultimi anni, i consumi stanno aumentando soprattutto tra i millennials. Addirittura una bottiglia su 10 consumata nel mondo è rosé e quattro bottiglie su 10 vengono consumate oltre i confini della nazione di produzione.

La produzione mondiale si attesta intorno ai 24 milioni di ettolitri, pari a circa il 10% dei vini consumati a livello mondiale (dati France Agrimere). Si dice però che il consumo dei vini rosati secondo lo studio è in crescita dell’1-2% annuo nel mondo.

I francesi continuano a esser i principali produttori, ma anche consumatori, importatori ed esportatori. L’Italia è il secondo esportatore nel mondo in volume con il 16% e aumentano le richieste, soprattutto di vini rosati da vitigni autoctoni.

Per me è perfetto con i formaggi freschi, il pesce e crostacei, ma è super anche con la pizza come sostiene Donatella Cinelli Colombini nel suo blog.

Buon rosé a tutti!